Il suo stile è sempre stato ai confini dell’estetica. Più che al bello Rick Owens mira al pratico, i suoi modelli sembrano sempre post-atomici, da ricerca di salvezza e rifugio, un abbigliamento che ha perso i fronzoli per farsi puro e funzionale.
Una cosa che non vedrete mail nelle sue sfilate sono i colori vivaci e pastello, perché se doveste mimetizzarvi durante una guerra o un attacco alieno, non penso proprio scegliereste un colore acceso. Favorireste le tinte scure, i toni neutri, i marroni ed i beige.
C’è del genio in questo stilista statunitense, che non somiglia a nessuno e prosegue solo per la sua strada, verso la sua direzione, arriva nel mondo della moda durante il grunge e resta grunge per sempre. Dal ’94 ad oggi, vent’anni di coerente creatività.
Senonché, la scorsa Paris Fashion Week, ha visto il suo primo, grande, grave scivolone stilistico.

Sulle passerelle, tra lo sguardo attonito dei presenti e nello sbigottimento di chi credeva di aver visto sbagliato, il designer fa uscire giovani modelli con pochi in lana privi di forme, quasi fossero mendicanti in fuga ai tempi del Medioevo. Ma non questo ha scosso tanto le scoscienze quanto gli occhi. Queste tuniche mostravano infatti un apertura, un buco regolare e tondo all’altezza del pube, un un funzionale ma decisamente anti-estetico pertugio per l’organo sessuale. Ad alcuni modelli era capitato il poncho lungo, ad altri quello corto al fianco. Le nudità non mancavano e con esse la perplessità di giornalisti e critici della moda.

Forse, questa volta, Rick Owens è stato un po’ eccessivo.