La minigonna nasce con tutti gli swinging sixties, ovvero i dieci anni più importanti del XX secolo, parlando di costume.

Lo dimostra il fatto che le opinioni sul periodo sono ancora discordi: per alcuni l’epoca d’oro di nuove libertà, per gli altri il decennio tenebroso che ha portato alla dissoluzione di morale, autorità e disciplina. Miscela di conservativismo, insolenza ed eccentricità, si va verso la liberazione dei costumi e degli abiti: stufe di guanti, tacchi e corsetti. In ribellione con la società borghese ipocrita e asfissiante, le donne sfidano i confini e optano per comodità e capelli corti, sfoggiano collant colorati, scarpe piatte e minigonne, sperimentando persino inserti techno.
D’ora in avanti s’instaura l’inesorabile processo all’inverso: è la strada a influenzare gli atelier, e non più solo il contrario.

November 1965: Chelsea fashion designer and make-up manufacturer Mary Quant.
(Photo by Keystone/Getty Images)

 

Londra come epicentro, con i tagli di Vidal Sassoon, i Beatles a fronteggiare i Rolling Stones.
Tra gli abiti che hanno fatto storia sicuramente la minigonna è quella che segnò un cambiamento radicale nel modo di vestire delle donne. Nel 1965 una giovane, Mary Quant, propose nella sua boutique in King’s Road, Bazaar, i primi modelli di miniabiti e gonne corte in diversi disegni e dai colori vivaci. 
Il risultato fu sicuramente stupefacente e rivoluzionario, fu accolto da tutte le ragazze londinesi come qualcosa di giovane che rendeva la donna sensuale ed emancipata e consacrò Londra tra le capitali della moda.
 Il successo della minigonna fu eclatante a tal punto che perfino la regina alla fine del decennio accorciò l’orlo  dei suoi regali abiti.

 

Twiggy Lawson (nome d’arte di Lesley Hornby): l’icona della moda che portò la minigonna di Mary Quant.

 

A rendere la minigonna di tendenza fu la modella Twiggy, 16 anni e 45 chili di peso, l’indiscussa regina delle modelle, tanto da potersi ritirare ricca e famosa a sufficienza a soli 19 anni. L’ossuta adolescente fu la prima a diventare un idolo delle masse, del fenomeno che avrebbe reso le supermodelle parte integrante della cultura pop, al pari di musicisti e attori. Incarnava in quel momento il prototipo della nuova generazione, magrissima (twiggy da ramoscello) grazie ai suoi occhioni grandi e alle ciglia finte aveva un ‘aria giocosa ed infantile ed è diventata una delle prime modelle note al grande pubblico.
 Una foto la ritrae, di giallo vestita, minigonna, scarpe e collant in tinta, seduta sull’automobile che fende la folla della Fifth avenue, accorsa per festeggiare l’arrivo di una star, lei, in visita a New York.

 

Un gruppo di debuttanti fuori dal Dorchester Hotel, a Londra,
dove si stanno allenando per prendere parte al lancio di un nuovo marchio petrolifero da European Petroleum, il 31 maggio 1966. (Foto di Chris Ware / Keystone / Hulton Archive / Getty Images)

 

La minigonna in tutti questi anni non ha mai ceduto il passo ed anche oggi fa parlare di se calcando le passerelle delle collezioni estive ed invernali.
Per la collezione primavera-estate 2019 i modelli che Threedifferent mette a disposizione sono tantissimi:

 

Per le più estrose, rosa shoking. Marco Bologna ne ha studiata una formidabile.

Ma il vero trend è la minigonna cortissima a vita alta e coloratissima. Questa sempre di Marco Bologna resta molto larga
.

Per chi invece non vuole rinunciare ad essere chic anche con pochi centimetri di stoffa, Markus Lupfer la propone blu notte con ricami e bottoni.

Un buon compromesso anche se non può reggere il confronto è la gonna a portafoglio, che
 oltre ad essere pratica sta bene a tutte. Può essere elegante portata con una camicetta in ufficio e con un filo di perle o sbarazzina con un top e sandalo infradit. Questa di Balenciaga è di jersey.

In tutti i casi prima di indossare una minigonna dobbiamo essere molto consapevoli della nostra fisicità e della nostra età! Certo è il fatto che renderà facile una bella sforbiciata in centro, magari con un bel tacco che vi farà super sensuali.