Le espadrillas sono diventate uno dei modelli più in voga delle ultime estati. Inutile dire che sono estremamente comode e divertenti, posso essere basse o alte, possono essere realizzate in tela o in materiali più sofisticati, come il lurex o il pizzo e sono adatte ad ogni occasione, per il mare, la città, l’ufficio e anche per serate in cui è richiesta l’eleganza.

La loro particolarità risiede nella classica suola, che può presentare il tacco o meno, solitamente realizzata da un cordame intrecciato e sovrapposto. Ma dove e quando nasce questo prodotto?
Espadrilla è un termine francese che deriva da una parola in catalano: espardenya, questo termine significava un tipo di scarpe fatte di espart, lo sparto, una pianta mediterranea nerboruta usata per fare le corde. Le Espadrillas vengono realizzate nei Pirenei dell’Occitania e della Catalogna dal XIV secolo, è uno dei prodotti tipici, degli abiti tradizionali dei Paesi Baschi. Le espadrillas tradizionali hanno una tela superiore con la punta e tomaia tagliata in un solo pezzo, cucito con un corda unica ai lati. Spesso avevano lacci avvolti intorno alla caviglia per tenere le scarpe al loro posto, venivano usate da uomini e donne nel periodo primaverile/estivo per andare nei campi durante la raccolta, proprio per la loro leggerezza e comodità.

Diventano di uso comune quando, ad inizio del XX secolo, molte signore francesi iniziano a prendere l’abitudine di andare in Costa Azzurra e a ridosso della Spagna a svernare, imparando ed apprezzando l’utilizzo di queste pratiche scarpette, che si collegano subito ad uno stile di vita vacanziero.
In pochi anni diventano un pezzo forte del guardaroba femminile, passando da marchi come Ferragamo, Valentino, Chanel, a brand più di uso comune, ma il vero e unico produttore di questa scarpa, attivo dal 1927, è Castaner, che ne ha fatto il suo cavallo di battaglia nel mercato della calzatura.